morto un blog se ne fa un altro

magari c’è ancora qualcuno che qualche volta passa per queste lande desolate. comunque, se non si era ancora capito, l’ora di questo blog è finalmente giunta. non è mia abitudine cancellare cose, perciò fino a che dio wordpress lo vorrà o non ci sarà un’implosione di tutti i dati presenti sulla rete o qualcuno si accorgerà dell’inutilità di questo blog, quello che ho scritto qui resta.

nel frattempo, giusto per la cronaca, ne ho aperto un altro. di blog. non chiedetemi perché. le cose che faccio non hanno necessariamente un senso.

se volete mi trovate qui:

http://eternoritorno.wordpress.com

 

au revoir
spero!

 

 

domani e poi basta!

il futuro non mi ossessiona e il passato non mi tormenta: è la ricetta giusta per andare avanti.
però, sai, a volte, tutto questo senso di indefinitezza che comporta il vivere giorno per giorno, ora per ora, un po’ mi spaventa e mi lascia senza fiato. perché mi sfugge il motivo concreto in vista del quale prodigo così intensamente le mie energie e le mie forze.
e ogni volta questa paura mi si piazza sempre qui, sul groppone: questa paura di fare le cose perché si deve farle dimenticando ciò che veramente si vuole.
ecco tutto. mi manca l’ispirazione ad agire, quello slancio forte che ti spinge a 100 all’ora in un solo secondo, quella gioia infantile che sale piano piano dallo stomaco fino alla gola e poi, da qui, agli occhi fino alle lacrime.

eh sì, ho proprio bisogno di riposo mentale!

autopoiesi

immagine-108.jpg

maschere nude

ovvero quando le proprie sicurezze vacillano.

ci sono paure e sensi di colpa e occhi e lacrime e cose che non si riescono a dire.
doveva andare per forza così: quest’argine malandato è facilmente cedevole alle pressioni insistenti che vengono da dentro.
è il risultato dello sforzo continuo teso a costruire esclusivamente immagini di superficie, degli innumerevoli bocconi amari costretti ad ingoiare per amore altrui.
ma quando il palcoscenico si rivela solo come uno squallido teatrino di marionette, che cosa resta da fare? togliere il dito dal buco e lasciare che la crepa straripi o passare una mano di stucco e continuare a sorridere?
ho bisogno di forza, di coraggio, di speranza.

maschere nude, ovvero quando le proprie sicurezze vacillano.

i’m coming back (maybe)

devo ancora assimilare l’ipotesi di un mio ritorno definitivo.
probabilmente ho dato, per troppo tempo, troppa rilevanza a questo mezzo di espressione efficace, ma anche riduttivo.

mi sono accorta di una semplice verità: possono dire più cose un paio d’occhi che tutte le parole del mondo.
lo penso e lo scrivo; proprio io che sono una di quelle persone che fa del linguaggio la chiave di volta della comunicazione.
e invece, mi rendo conto dell’esistenza di altre vie che possano assecondare quest’esigenza di raccontarsi che sento così forte dentro di me. devo solo concentrarmi nella ricerca di quella più idonea per me stessa.

eppure non riesco a prescindere dalle parole. ho bisogno di dare e di dire al mondo tante cose quante il mondo mi dà e mi dice: una sorta di scambio biunivoco di emozioni, sensazioni, suggestioni.
ce la metto tutta per ripagare anche solo in minima parte il dono che mi è stato fatto. Pura Vita.

ascolto
percepisco
comprendo
penetro
afferro
spiritualizzo
esprimo e manifesto.

semplicemente amo

non è che sono morta, eh

c’è semplicemente la Vita Vera che mi assorbe fino all’ultima cellula della mia bistrattata essenza.

how

provo una piacevolezza infinita tutte le volte che resto sorpresa; e, ancora di più, adoro le persone che sono in grado di stupirmi. trovare menti aperte non è per niente facile, quelle menti pronte alla comprensione senza compromessi, quelle menti che sanno prima di tutto ascoltare, quelle menti che sanno dire ciò che in quel momento volevi proprio sentire. e allora che c’è di male a voler uscire da questo stato autoindotto di misantropia che mi sfianca indicibilmente lo stomaco; lo dico con tutta la sincerità che mi è concessa: VI VOGLIO BENE.
è vero, ho continuamente bisogno di darmi; ma questo non basta: è più importante il come darmi.

sono fatta così

sono fatta così: amo il senso di languidezza che mi lascia la mia mancanza di scopi.
sono fatta così: bramo la positività che provo quando riesco a pormi un obiettivo.
sono fatta così: aspiro a volere sempre di più da me stessa.
sono fatta così: mi piace guardare oltre.
sono fatta così: adoro superarmi.

sono fatta così: sono riuscita ad oltrepassare un altro mio limite.

(…) ed è subito sera

scrivere qui, sul blog, a volte mi spaventa. non mi sento mai libera di esprimere me stessa al massimo potenziale; perché ci sono sempre occhi indiscreti che leggono e pensano e, spesso, si fanno idee sbagliate.
in fin dei conti, di segreti in questo scrigno ce ne sono ben pochi: i miei pensieri più intimi restano esclusivamente nella mia testa e nel mio stomaco (per quale assurdo motivo non riescano a passare dalla parte del cuore non l’ho ancora capito). non che vada fiera di questo fatto, anzi; mi piacerebbe così tanto poter trovare una sola persona con la quale aprirmi senza che questo implichi un giudizio di valore che fa spesso male.
non condannare, né deridere, né compiangere, ma comprendere. è forse una richiesta così assurda?

JUVECASERTA IN A!

 

LA CAPOLISTA SE NE VAAAAAA!!!!!!!!!

 

 

IO C’ERO!

 

dazed and confused

i cambiamenti sono sempre complicati da affrontare e le vecchie abitudini dure a morire. SPINA DORSALE e tanto tanto tanto BUON SENSO: ce la metto tutta.
la razionalità mi annienta emotivamente, le passioni si spengono, gli slanci sono ricordi lontani impressi su pagine e pagine ancora umide di lacrime (di gioia, di rabbia, di disperazione).
rivoluzionarsi e ricominciare: l’ho già fatto e lo farò anche questa volta.
perché non posso proprio continuare a sentirmi COSI’ tremendissimamente SVUOTATA.

voglia 0

non è che in questo periodo non abbia cose da dire o da scrivere. anzi. ma non mi va proprio di starmene qui a rimuginare su me stessa e su ciò che sta accadendo intorno a me. sono troppo elucubrante a volte e ora, invece, mi va semplicemente di vivere serenamente questo periodo, complicato e difficile da superare.
fatta questa breve (e alquanto inutile) premessa, vorrei giusto segnalare un’iniziativa che a mio parere merita tutte le attenzioni possibili.

il 14 e 15 aprile (sabato e domenica prossimi) è stata promossa, a livello mondiale, la campagna Unicef “Uniti per i bambini, Uniti contro l’AIDS”. si tratta di un’iniziativa di sensibilizzazione delle masse che prevede la raccolta di quante più firme possibili per chiedere alla comunità internazionale il rispetto degli impegni presi in materia HIV / AIDS specialmente nei riguardi dell’infanzia. maggiori informazioni sui punti di raccolta qui.

fateci un salto, è solo una firma, ma importante 🙂

per quelli di Caserta e dintorni il punto di raccolta è previsto a via Mazzini e domenica pomeriggio probabilmente sarà allestito uno stand anche al palamaggiò… ne approfitto: FORZA JUVECASERTA! io sarò lì. fatevi vedere 🙂

ho sbagliato per sbagliare

nella mia testa vivo vite parallele. e, certe volte, mi brucia lo stomaco per quanto sono stupida.

C’è qualcosa dentro di me
Che è sbagliato
E non ha limiti
E c’è qualcosa dentro di te
Che è sbagliato
E ci rende simili

E un bacio sporco sa
Spogliarmi il cuore dagli incubi
Un bacio sporco sa
Come un miliardo di uomini

Vieni a fare un giro dentro di me
O questo fuoco si consumerà da sé
E se una vita finisce qua
Quest’altra vita presto comincerà

Nel tuo letto la novità
E’ fare a pezzi l’anima
Ma la violenza della stabilità
E’ un modo di morire a metà

E un bacio sporco sa
Spogliarmi il cuore dai demoni
E c’è qualcosa dentro di noi
Che è sbagliato ma ci rende simili

Un bacio sporco sa
Come un milione di anime
E se una vita finisce qua
Quest’altra vita presto comincerà
So che puoi
Gettarmi via
Ma ciò che vuoi
Lo voglio anch’io
E’ troppo, troppo presto
E’ male
Le tue labbra sono nude
Sai che è solo il tempo
A rivelare la stagione
Vieni a fare un giro dentro di me
O questo fuoco si consumerà da sé
Un bacio sporco sa
Spogliarmi il cuore dagli incubi
Un bacio sporco sa
Come un miliardo di uomini
E anche tu hai qualcosa dentro di te
Che è sbagliato e ci rende simili

C’è qualcosa di nuovo per te
E’ sbagliato perché non ha limiti
E anche tu hai qualcosa per me
E’ sbagliato ma ci rende simili
E’ sbagliato ma ci rende simili
E’ sbagliato ma ci rende simili

de le fiche

Al fine de le sue parole il ladro
le mani alzò con amendue le fiche,
gridando: “Togli, Dio, ch’a te le squadro!”.

XXV canto (vv. 1-3), inferno – Commedia
D.Alighieri

non ve lo immaginate nemmeno la tribolazione che ci sta dietro quel “amendue le fiche”. roba da autoflagellarsi o, meglio, da “cavare coi denti una fica dalla natura di una mula“.

fuggevole evanescenza di suoni

ci sono periodi in cui la voglia di dire cose è davvero ridotta ai minimi termini. perché si prova questa inadeguatezza espressiva: le parole sono udite o lette o dette come semplice accostamento di lettere e suoni, svuotate del loro significato più superficiale o più profondo. come quando si ripete incessantemente un nome o un verbo o un aggettivo o. (è un esercizio che ho sempre fatto e che mi ha sempre messo addosso grande angoscia e inquietudine).
e però non ci si può semplicemente sottrarre, cercare di isolarsi al di dentro.
è che, nonostante gli sforzi, non trovo le parole per dire le cose. sono lì, sul punto di affiorare, senza mai emergere in superficie. e la mia pretesa di razionalità svanisce come una bolla di sapone che incontra un dito e i miei discorsi sono senza capo né coda, come questo.


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